Lavorare per “Le iene” come live content creator in televisione

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Mi piaceva così tanto la televisione che alla fine ci sono caduto dentro. Ciao, sono Mathia e oggi ti voglio raccontare la mia esperienza da live content creator in televisione e più precisamente nella redazione de “Le iene” sulla rete Mediaset.

La prima volta che mi è stato chiesto se mi sarebbe piaciuto lavorare in un programma televisivo di Mediaset ho risposto immediatamente “sì”, praticamente a scatola chiusa. Quando poi Gio ha aggiunto: “Guarda che il programma è Le Iene…” , ho pensato che la sfida sarebbe stata ancora più grande e che
mi sarei dovuto confrontare… con un gigante. Un mio personalissimo Golia, che per un curioso gioco del destino si chiamava Davide, Davide Parenti. Per chi non l’avesse mai sentito nominare, è un autore televisivo molto importante, creatore per l’appunto de Le Iene, il suo programma più celebre.


Un content creator ha tra le sue tante missioni quello di scatenare “l’effetto wow”: colpire e stupire il cliente, lasciandolo, a fine lavoro, con la voglia di dire: “Ancora, ancora, ancora”. Nel nostro caso, questo effetto può essere prodotto sia dalla rapidità con cui riusciamo a creare contenuti, sia dalle scelte creative che prendiamo, ma il tutto è ovviamente da parametrare alla durata di un lavoro, che può variare in maniera consistente. In questo preciso caso, di fronte a me si prospettavano sei mesi di lavoro e di contenuti. La prima cosa che ho pensato è stata: “Ok, tutto molto figo, ma sarò in grado di reggere l’effetto wow per sei mesi?”. La domanda era più che legittima, ma la risposta sarebbe potuta arrivare solo strada facendo, perciò mi sono tuffato di testa con tutto l’entusiasmo che potevo raccogliere e ho iniziato il lavoro.

Com’è il lavoro di un live content creator in televisione

La redazione di un programma televisivo è da considerarsi come una famiglia. Ma anche come una macchina ben rodata, un ingranaggio di precisione che gira a una velocità molto elevata e per questo non si può restare a orbitare come satelliti intorno al sistema, ma occorre diventarne parte, un pianeta integrato, creando un vero e proprio spazio di azione personale. La quantità di contenuti che può generare un ambiente come quello di un programma televisivo pieno di personaggi interessanti come “le Iene” è mastodontica e poterli realizzare e “scaricare a terra” per loro è fondamentale: è stata proprio questa, infatti, la mia missione principale.

Il lavoro nella redazione televisiva delle Iene mi impegna 5 giorni su 7. Quando poi gli inviati hanno gli speciali, di nome INSIDE, l’impegno si allarga a 6 giorni su 7. La nostra distribuzione del lavoro è quindi su larga scala, con un picco nel giorno della realizzazione della puntata.

Le Iene è un programma di intrattenimento, o quello che a volte viene chiamato “Infotainment”, che alterna servizi registrati a live show di ospiti, impegnati in studio in scene comiche vere e proprie. Ogni settimana, in puntata, ci sono degli ospiti che arricchiscono il programma e quello che si vede in onda è davvero solo la punta di un iceberg. Dietro al prodotto finale c’è tutto un lavoro di preparazione, di gestione e di realizzazione che rimane nell’ombra: è proprio lì che entra in gioco un content creator come me.

Qual è la missione principale del content creator all’interno di un programma televisivo?

Riportare a galla “il dietro alle quinte” di questa macchina perfetta. E’ questa, senza alcun dubbio, la parte che più diverte e che spesso crea maggiore interesse sui social. Dopo aver visto i primi contenuti che stavo realizzando, il papà del programma, Davide Parenti, mi chiese di osare di più con i nostri ospiti, di sfondare quella quarta parete che abbiamo davanti ai nostri occhi (ovvero lo smartphone) e di interagire di più con loro, spronandoli a parlare con domande e spunti di conversazione durante i momenti di preparazione e di allestimento dello studio.

Perciò ho iniziato a preparare un campionario di domande, tarandole come un vestito su misura a seconda dell’ospite. Di ognuno mi sono letto la biografia, cercando notizie in rete o eventuali tormentoni social, buttando giù degli spunti che poi preparavo con un ordine di idee e di cronologia di studio. E così, una volta “agganciato” il nostro ospite, oltre a creare video avrei potuto usare il girato, chiamato “di copertura“, per alcuni “beauty reel“.

Lancio il video in rec e comincio a parlare con loro, facendo domande o dicendo delle cose che possano generare una reazione: il risultato è quello che vedete qui sotto.

Come gestire gli ospiti e i talent in trasmissione per la creazione dei contenuti


Ovviamente, gli ospiti non sono tutti uguali e non hanno tutti la stessa capacità di sfornare battute o di rispondere brillantemente alle domande. Il vero impegno, una volta fatta partire la registrazione, è quello di riuscire a tenere alta l’attenzione dell’interlocutore e capire esattamente quando parlare, ma soprattutto quando NON parlare. Per quanto riguarda invece i presentatori, beh c’è poco da dire: non capita tutti i giorni di avere a disposizione tre comici che riescono a rendere il lavoro molto più divertente e coi quali si può sempre giocare e scherzare, sperimentando di conseguenza anche contenuti nuovi e differenti. Inoltre, sono per noi content una vera manna dal cielo, perché ci aiutano a creare un ponte di contatto con tutti gli altri ospiti, sostengono il nostro lavoro e contribuiscono in maniera decisiva a creare dei momenti ironici spontanei e fuori programma che diventano subito ottimi contenuti.

Accade spesso che i talent, soprattutto se sono ospiti di un programma televisivo, non sappiano che, oltre a essere ripresi, posso giocare con noi e il nostro smartphone: il mio consiglio, quindi, è sempre quello di “presentarsi”, spiegando per filo per segno quello che andrete a creare. Dite loro che il contenuto dovrà essere approvato da loro stessi e che siete li per farli apparire al meglio (aspetto che li farà sentire più tranquilli e confortati). Perciò, prima di ogni cosa, giù il telefono e su la mano, una bella schiarita alla voce e: “Ciao io sono Mathia, e sono qui per creare contenuti”. Il resto verrà da sé.

Una volta che si spengono le luci della puntata arriva il lavoro di tutti i giorni, quello della redazione vera e propria. Uffici, corridoi, sala “stand” e tutto quello che abbiamo intorno diventa il nostro palcoscenico. Le attività creative in questo contesto diventano sicuramente più particolari: dobbiamo creare spesso un’attesa e un hype potente per la puntata che verrà, sfruttando al massimo le Iene che occasionalmente passano negli uffici, gli autori che scrivono i pezzi o che montano quelli già girati. Ma il nostro lavoro non è una corsa sui 100 metri, bensì una maratona che dovrà essere presa come uno stimolo e non come un ostacolo: la nostra creatività non deve avere limiti di tempo o di spazi.


In conclusione: la mia esperienza in sintesi da live content creator in televisione

Per concludere, posso dirvi che questa mia esperienza da live content creator in televisione mi ha davvero rivoluzionato sotto tantissimi aspetti e la parte più importante di questo processo è stata proprio la mia “voglia” di farmi rivoluzionare. Perciò, continuando sempre e comunque a fare affidamento sulle tecniche che già conoscete, lasciatevi rivoluzionare e assorbire dall’ambito lavorativo che vi circonda perché sarà lui stesso ad aiutarvi, a comprendervi e a farvi realizzare “contenuti pazzeschi”.

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